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Nel gennaio 1945, a Roma liberata da pochi mesi, Gabriele Pepe si poneva il problema della collaborazione tra forze laiche e forze cattoliche alla ripresa della vita politica e alla ricostruzione dell'Italia. Pepe riesamina il problema dei rapporti tra Stato italiano e Chiesa romana da storico laico, ricostruendo le vicende del cattolicesimo liberale e commentando il testo del Sillabo, si rallegra per il mutato atteggiamento della Chiesa verso il mondo laico e auspica la pacifica coesistenza di valori religiosi e valori laici e la collaborazione fra tutti gli uomini di buona volontà e di ogni fede.